Voglio raccontarvi di una serata
molto carina. Di alcuni dettagli che, per lo chef Andrea Berton, col suo
nuovissimo ristorante a Milano www.ristoranteberton.com fanno la differenza.
Vi racconto come è stata impostata la serata.
Innanzi tutto aperitivo in piedi a
girare, mentre stanno arrivando tutti gli ospiti, poi cena al tavolo. 80 coperti.
Ogni piatto e’ un’esperienza, da
gustare con la bocca e con gli occhi. Mi piace notare la cura del dettaglio
nella presentazione, non scontata, non banale.
Capisco che c’è dietro
professionalità e passione nel fare le cose. Niente è lasciato al caso.
Impiattamento minimalista, quanto
basta. Servizio di ceramica leggerissima disegnato apposta per assecondare
forme e colori del menù e fatti realizzare appositamente dallo chef a un’azienda
di Grottaglie. Come il portapane da
tavola, dalla forma un po’ strana, (ricorda forse un’astronave?) che asseconda la
forma dei grissini e delle sfogliatine.
Vassoi di acciaio satinato a girare
per il cocktail, ma anche per portare le posate in tavola, e per appoggiare i
piatti. Tante dimensioni diverse, tutti squadrati. Tutto studiato apposta per
contenere qualcosa di particolare.
Cubotti di mozzarella di bufala su letto di polvere di nero di seppia come primo aperitivo.
Cubotti di mozzarella di bufala su letto di polvere di nero di seppia come primo aperitivo.
Poi
grissini di curry in ciotoline di ceramica.
Tartellette di frutta secca, olive
taggiasche e acciughe su piatto di pasta di pane.
I tavoli scelti da Berton per il suo
nuovo locale, sono rotondi di legno scuro, rigorosamente senza tovaglia.
Risaltano e si armonizzano con le scelte cromatiche delle finiture del locale
giocate sui toni neutri. Il bordo smussato è per appoggiare le braccia, ma
forse anche per renderli meno massicci. Le sedute sono imbottite in pelle.
Per appoggiare la borsa un tavolino
vicino al tavolo, veramente una gentilezza che noi donne sappiamo particolarmente
apprezzare.
Camerieri in grembiuli grigio scuro.
Grandi tovaglioli di lino bianco arrotolati sul piattino pane. Posate di
acciaio satinato molto filiformi. 4 bicchieri in tavola. Quello dell’acqua
senza stelo con una forma fatta apposta per facilitare la presa. Gli altri a calice, classici.
Menù personalizzato da BMW per ogni
posto tavola con charme in plexiglas.
Ma la vera sorpresa è la cucina. Completamente
a vista è sempre d’effetto, ma qui la scelta è stata un po’ diversa.
E’ stato scelto di poterla vedere–non
vedere attraverso un vetro trattato, a effetto garzato.
Si può visitare, attraverso una
porta scorrevole. Ambiente climatizzato. Non fa caldo come ci si aspetterebbe,
ma fresco.
Un bancone d’appoggio, con piano
nero, e una grande cappa separano dalla zona di lavoro degli chef. Qui vengono
appoggiati i piatti da servire e Berton fa gli ultimi ritocchi prima di far
uscire i piatti.
I piani di lavoro sono più alti
dello standard, studiati ergonomicamente in base alle esperienze dello chef che
mi ha spiegato i vantaggi di lavorare tante ore senza piegare la schiena. La
luce è anche naturale e garantisce maggiore vivibilità agi spazi. I fuochi sono
ad induzione per una maggiore precisione nel raggiungimento delle temperature e
una maggiore efficienza energetica. Tutti gli strumenti di lavoro sono tecnologicamente
all’avanguardia. Si vede che tutto qui è fatto per facilitare il lavoro, per
migliorare la qualità della vita.
Non manca poi il classico tavolo
dello chef , ma la formula è originale.
Un box di legno al centro della sala "taglia" in due la parete in vetro della cucina. Al suo interno un tavolo da 4
coperti verso la sala; un tavolino da due all’interno della zona lavoro. Seduti
fuori si può guardare i cuochi durante le preparazioni senza disturbarli,
attraverso una parete di vetro trattato ad effetto garza. Seduti dentro,
esperienza per pochi, si possono vivere i momenti emozionanti e il backstage
della serata.
Servito al tavolo, il menù ideato
apposta da Andrea Berton per BMW Research unit-OSR:
merluzzo sfogliato con brodo di
prosciutto e croccante di pane (che è stato il mio preferito). Scopro tra
l’altro più tardi che il brodo, caldo d’inverno e freddo d’estate, sarà un
grande protagonista di questa nuova cucina di Berton.
guancia di vitello con zucca e manioca,
mandarino al mandarino, (il preferito da mio marito, che di solito non ama i dolci),
una piccola pasticceria al tavolo e per concludere un mega panettone tagliato da Berton
(ops dimenticavo di dire che era dicembre…)
Una bella serata…grazie BMW.
(p.s. io non sono una giraffa, ma è Berton, come noto, che è particolarmente alto …)
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